RePIM è lo sviluppo, in forma di banca dati informatica, dell’incipitario della poesia italiana messa in musica, concepito da Lorenzo Bianconi intorno al 1977, avviato all’indomani della pubblicazione del Nuovo Vogel (grazie a un finanziamento del Fondo Nazionale Svizzero), e realizzato in forma di schedario cartaceo negli anni ’80 dal medesimo in collaborazione con Angelo Pompilio e Antonio Vassalli. Il progetto ha origine dal convincimento che nella composizione vocale profana di Cinque e Seicento la componente poetica ha un’importanza strutturale e artistica pari a quella del discorso musicale, e che dunque tale componente vada tenuta nella massima considerazione ai fini della comprensione storica e critica dell’opera d’arte. Tuttavia, com’è noto, le fonti musicali non dichiarano, salvo rare eccezioni, la paternità dei componimenti poetici intonati; pertanto, l’identità del poeta va ricercata collazionando le fonti musicali con la copiosa messe di libri di poesia coevi, manoscritti e a stampa. RePIM, alle sue origini, scaturisce da questa elementare necessità scientifica: identificare, mediante lo spoglio sistematico dei libri di poesia, un numero quanto più possibile elevato di autori di scritture poetiche utilizzate dai musicisti nella produzione vocale profana e spirituale in lingua italiana dei secoli XVI-XVII.
Le fonti letterarie
La ricognizione. La prima attività svolta è consistita nella compilazione di una bibliografia dei libri di poesia del Cinque e Seicento, estesa anche ad alcuni manoscritti e alle edizioni moderne dal Settecento ad oggi, attraverso la consultazione dei repertori e dei cataloghi cartacei allora disponibili, e poi degli OPAC delle biblioteche storiche. Nella ricerca bibliografica s’è tenuto conto non soltanto dei libri di poesia ma anche di volumi d’altra natura (lettere, resoconti di spettacoli, drammi, trattati, saggi) che potevano contenere delle rime. Questa ricognizione ha consentito di identificare circa 1500 fonti letterarie. La bibliografia così allestita non ha certo la pretesa di potersi considerare un elenco esauriente delle edizioni di libri di poesia pubblicati nel Cinque-Seicento, ma va intesa piuttosto come un vasto repertorio che rappresenta in modo significativo e sostanziale la produzione di poesia lirica del periodo considerato.
La gran parte dei libri di poesia individuati sono stati consultati in situ o in riproduzione. Di ciascun volume è stata compilata una scheda bibliografica analitica con la descrizione completa del frontespizio, un’indicazione sommaria del contenuto delle pagine preliminari, i dati salienti della lettera dedicatoria e dell’eventuale prefazione, la descrizione delle caratteristiche fisiche e infine i dati specifici dell’esemplare consultato.
L’identificazione dei testi. Per l’identificazione dei testi in musica ci si è valsi in un primo momento dell’indice dei capoversi dei componimenti poetici delle raccolte individuali censite nel Nuovo Vogel, poi dell’incipitario completo dei testi in musica – con l’incipit testuale esteso ai primi due versi – ricavato dalla descrizione di tutte le raccolte musicali censite nel progetto, comprese quindi sia le edizioni collettanee e miscellanee (ossia le Sammlungen del vecchio Vogel e i Recueils imprimés del RISM), sia i manoscritti.
Sulla base di questi incipitari, i libri di poesia censiti sono stati sfogliati manualmente, pagina per pagina, nell’intento di accertare la presenza dei testi poetici messi in musica e di identificarne il poeta. In linea di massima il riscontro è stato svolto sui primi versi di ciascuna poesia, occasionalmente sono stati verificati gli incipit delle singole strofe o altri versi interni a ciascun componimento.
Le fonti musicali
Nella parte iniziale del progetto (fin verso il 1990) s’è tenuto conto delle sole raccolte individuali, quelle effettivamente censite nel Nuovo Vogel (EMIL VOGEL - ALFRED EINSTEIN - FRANÇOIS LESURE - CLAUDIO SARTORI, Bibliografia della musica italiana vocale profana pubblicata dal 1500 al 1700, Pomezia, Staderini-Minkoff, 1977). Con l’allestimento dell’archivio informatico la bibliografia è stata estesa a tutte le fonti musicali dei secoli XVI e XVII, manoscritte e a stampa, contenenti versi italiani, a partire dai seguenti repertori:
- EMIL VOGEL, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens, aus den Jahren 1500-1700, Hildesheim, G. Olms, 1962 (la sola parte delle raccolte di più autori);
- FRANÇOIS LESURE, Recueils imprimés, XVIe-XVIIe siècles, München, Henle, 1960 (RISM B/I);
- KNUD JEPPESEN, La Frottola, Aarhus, Universitetsforlaget; København, Einar Munksgaard, 1968-1970;
- IAIN FENLON - JAMES HAAR, The Italian Madrigal in the Early Sixteenth Century: Sources and Interpretation, Cambridge, Cambridge University Press 1988 (rist. 2013);
- RISM Catalog (https://opac.rism.info/).
Ulteriori informazioni bibliografiche sono state ricavate dalla letteratura musicologica corrente e in particolare da saggi di natura bibliografica.
Le fonti musicali censite in RePIM sono 3559. Per ciascuna edizione a stampa sono indicati analiticamente tutti gli esemplari conservati, complessivamente 10'065.
Di ciascuna fonte musicale si dà una descrizione bibliografica che comprende: la trascrizione completa del frontespizio, i dati della lettera dedicatoria e dell’eventuale prefazione o avvertenza (in alcuni casi con la trascrizione completa del testo), la descrizione analitica del contenuto, le caratteristiche fisiche e infine l’elenco degli esemplari con indicazione della collocazione e della loro consistenza (i libri parte conservati; p.es., C.A.T.B.5. [compl.]).
Le riproduzioni digitali
Per tutte le fonti censite (musicali e letterarie) è stata svolta un’indagine sistematica circa la disponibilità online di riproduzioni digitali integrali. Sono stati rintracciati online 3182 esemplari di fonti musicali (di 2156 edizioni) e 1389 esemplari di fonti letterarie (di 816 edizioni). Complessivamente, delle 5173 edizioni censite 2973 sono quelle disponibili in riproduzione, poco meno del 60%.
I 900 esemplari del Museo internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna sono stati riprodotti dal progetto RePIM.
L’incipitario
Dall’indagine per l’identificazione dei testi è risultato immediatamente evidente che il confronto limitato alle prime parole del capoverso, o anche all’intero primo verso, non consentiva di accertare l’effettiva identità dei componimenti: era necessario estendere il confronto almeno al secondo verso, e in alcuni casi tener conto anche dei versi successivi. I repertori bibliografici consultati, completi della descrizione del contenuto, riportano incipit testuali che di solito non vanno oltre il primo verso. Per estendere l’incipit ad almeno il secondo verso è stato pertanto necessario consultare tutte le fonti musicali che si sono potute raggiungere, all’incirca il 70% dell’intero repertorio. In RePIM, pertanto, la nozione di ‘incipit’ va intesa come ‘incipit dei primi due versi’.
Le edizioni musicali a stampa del Cinquecento sono realizzate di solito in quattro-sei libri parte, tanti quanti sono i cantori previsti per l’intonazione dei madrigali o delle canzonette ivi contenute. Ciascuna di queste composizioni occupa un’intera pagina di un libro parte. La dimensione fisica della pagina di stampa, capace di contenere il brano intero di una singola parte vocale, fissa la misura standard di una composizione vocale del Cinquecento.
Le dimensioni del testo in musica oscillano tuttavia in modo significativo sull’arco dei decenni. Nella prima metà del Cinquecento i componimenti sono compresi in media tra 50 e 120 parole, nella seconda metà del secolo il numero di parole si contrae tra 30 e 70, nelle composizioni a voce sola del primo Seicento si possono superare anche le 120 parole. Per esemplificare in maniera plastica il fenomeno, nella prima metà del secolo XVI un madrigale musicale può intonare un sonetto intero (ca. 120 parole), nella seconda metà del secolo il sonetto è invece articolato di consueto in due parti distinte, due quartine nella prima parte (ca. 70 parole) e due terzine nella seconda (ca. 50 parole), laddove ciascuna parte occupa una pagina a stampa.
I testi in musica hanno dunque dimensioni molto variabili, da 30 a 120 parole e oltre. La scelta dei componimenti da intonare dipende dalle tendenze del momento e dalle scelte stilistiche dei singoli compositori, che di volta in volta selezionano un testo completo o una sua porzione (pochi versi, una stanza di sestina, una porzione di strofa di canzone) per ricavare un certo agglomerato di versi utili per l’intonazione. Dalla collazione dei testi in musica è risultato che i musicisti hanno trattato con molta libertà i componimenti poetici e non si sono limitati a intonarli completi o ad articolarli in parti, ma in alcuni casi ne hanno estratto soltanto una piccola porzione, hanno soppresso alcuni versi o ne hanno inseriti di nuovi o hanno addirittura interpolato versi attinti da altri componimenti.
Un altro fenomeno rilevante nella tradizione dei testi in musica riguarda la presenza di varianti testuali nelle diverse fonti che li testimoniano, musicali e letterarie. Le varianti riscontrate sono di natura molto diversa e possono riguardare la sostituzione di una o più parole, la riscrittura di intere porzioni, l’aggiunta o soppressione di alcuni versi, la ripresa di alcuni versi o porzioni di verso, anche da altri componimenti.
Per tracciare in modo analitico sia le diverse segmentazioni dei testi sia i fenomeni variativi è stato allestito un incipitario che consente di ricollegare al testo originario tanto le sue articolazioni quanto le varianti riscontrate. Per poter allineare le parti delle composizioni musicali con le corrispondenti porzioni del testo letterario intonato è stato necessario segmentare in modo artificioso il componimento poetico in sezioni corrispondenti alle sezioni del testo intonato e attribuire un incipit a ciascuna di esse. Per esemplificare, per il sonetto Zefiro torna e ’l bel tempo rimena di Petrarca, che in musica risulta intonato anche in tre parti, nell’incipitario sono stati inseriti tre incipit: “Zefiro torna e ’l bel tempo rimena” (quartina), “Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena” (quartina) e “Ma per me, lasso, tornano i più gravi” (terzetti).
L’incipitario così concepito conta complessivamente 66'538 capoversi: 55'538 sono di composizioni musicali (ciascuna parte è conteggiata come singola composizione) e 11'000 sono di testi poetici (da 7480 poesie). Delle 55'538 composizioni musicali risultano identificati in fonti poetiche 20'764 componimenti, poco meno del 37%.
I testi completi
Tutta l’attività finora svolta ha evidenziato la necessità di disporre dei testi completi per tracciare in modo più preciso sia la segmentazione dei componimenti sia i fenomeni variativi dei quali s’è fatto cenno. Il testo completo è altresì indispensabile per svolgere indagini linguistiche e stilistiche sui testi in musica, e per ricostruire le scelte poetiche e musicali caratteristiche di questo repertorio.
Per offrire un supporto a tali indagini, nell’ultimo anno di attività è stata avviata la trascrizione completa dei componimenti musicati. Ad oggi sono stati trascritti i testi poetici completi di 13'700 composizioni musicali (poco più del 25% del totale), prevalentemente dalle raccolte di madrigali pubblicate tra il 1580 e il 1620 (in particolare tutte le edizioni disponibili in riproduzione digitale), e più di 6000 componimenti da raccolte di poesia (poco più dell’80% dei testi individuati nei libri di poesia).
I testi sono stati ricavati in parte da edizioni disponibili online, in parte trascritti direttamente dalle fonti originali. Per i componimenti trascritti direttamente dalle fonti sono stati adottati i criteri dell’edizione delle Rime amorose di Giovan Battista Marino (a cura di Ottavio Besomi e Alessandro Martini, Modena, Panini, 1987). I testi ricavati dalle edizioni online sono stati ripresi senza intervenire sul dettato.
Finanziamenti e sedi della ricerca
Il progetto è stato avviato nel 1977 grazie a un finanziamento del Fondo Nazionale Svizzero. Dal 1980 è proseguito presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo (ora Dipartimento delle Arti) dell’Università di Bologna. Dal 1985 ai primi anni ’90 si è avvalso del sostegno finanziario dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara nell’ambito delle attività dell’Archivio del madrigale coordinato da Thomas Walker. Dal 1998 l’attività di ricerca si svolge presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna. Il sito web è stato sviluppato nell’ambito del progetto “RePIM in LOD”, finanziato in parte nel 2021 ed ospitato ora presso I Tatti - The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies (per ulteriori informazioni sul progetto si rinvia a: PAOLO BONORA - ANGELO POMPILIO,
RePIM in LOD: semantic technologies to manage, preserve, and disseminate knowledge about Italian secular music and lyric poetry from the 16th-17th centuries, «Umanistica digitale», n. 14, 2022,
https://doi.org/10.6092/issn.2532-8816/15568).